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Multipolar Vol I

by Denis Cassiere

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1.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Ora ricordo, eri tu e mi prendevi la mano Riportandomi a casa, a casa, a casa Da molto lontano Dicevo - mi pento, giuro mi pento - ed ero poco sincero L’avete fatto mai? Ora si che sei più bella, ora che non ci sei più Ma nel cristallo del bicchiere Ti vedevo ancora ridere E allora cercavo La vetta dell’alba annegata nel mio dolce veleno Vermiglio il suo colore Ma sulle labbra poi era nero Ero circondato da una gabbia E vegliava su di lei la mia ombra più sobria E solo un gatto cieco al suo lampione Mi seguiva con il naso per la via La fortuna l’ha mandato qui da me, dissi La fortuna me lo porterà via La fortuna che mi vuole senza te Quella fortuna ora è ubriaca per la via Poi in un tremendo déjà-vù mi è sembrato di conoscermi Un silenzio, un baleno Ma giuro di essermi stretto la mano Di fronte al mio niente - piacere Niente - Nulla ero L’avete fatto mai ? Poi ero la fetta di pesca annegata nel vino che bevevo Io sul ciglio della strada Burattino retto in piedi dalla luna Ed ero inutile come una verità E bugiardo più di una fiaba Ero il colore della sabbia e vegliava su di lei quell’aurora di carta Ero il sangue dei fiori Uccisi dalla noia delle api Ero io i seni gonfi di una donna In procinto di cadere La voce rauca della notte Spaventava, vibrava nel cuore Ero io infine Dio E poi tutto, tutto Tutto tranne voi Non eri tu, non ero io E poi tutto, tutto Tutto tranne ' Noi ' . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
2.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . I'm the prostitudeshade's trick And I sing that song In the drunk tricky night Yes I look for some lost good memory inside I'm the prostitudeshade's trick And I get back home dragging off my drunk tricky mind upstairs, tonight As that crown-prince Near his old naive God-King father I'll aim to the top step And waving my vain flag As a modern fairytale's slave I'll be free to choose my prison's colours I'll be free to choose my prison's colours Again So let me feel good inside and insane, yeah insane like a child Cause when I'll be old and wise All of my Gods should be weak, no rise The promises in the breeze Dancing on ever mistakes road, evil Even I feel that I'm so exorcised again I drop behind myself in finding who I am With no reasons to buy a mirror Without my name and no gifts nor keys No one visits your body's prison Ahat looks like an air cell fluctuating Like a lazy bumblebee I express my game you express my fame I guess you're as blame as me So share your pity pain with no greed . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3.
Notte 05:13
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Notte, il frigo emette un sibilo Parodia di un Ohm industriale Le fatiche tuffate nel lino Abbruttiscono il sopire neghittoso delle cose E tu Che torni spesso a prendermi nel sonno e nella boria E tu Che hai dipinto le pareti delle stanze che ho abitato Labirinti senza mura ora che non ci sei più Costruiti con capelli, tue parole e déjà - vù Forse mi credevi un angelo asessuato Un menestrello senza vertigini? Ma l’ultra - uomo cade di fronte all’armeria Di una morale senza vanità E poi non so dipingere, squarciare questo velo Che copre il mondo e opacizza i bar Carrozze le parole Che inseguono i pensieri e cercano un colore che non c’è . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
4.
Tu - parte I 04:22
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Tu, che hai solcato il mio volto Lambito la schiena Curvata al grugnire del mondo Voltando le spalle alla mediocrità Ritrovavo la mia bellezza nella luce Dei tuoi occhi marini Assopendo poi nei tuoi seni Della gloria che recita la vita ascoltavo Le vere parole Le vere parole Le vere Tu giovi al mio amore Alla cura che porto alle cose Carezza la pelle che ti dono Carezza le tempie sul tuo petto Carezza e asciuga le ciglia Che filtrano la luce alla mia vista Le forme che mi appariranno, giuro fosse solo un attimo Io le conserverò Pervadile queste mie poesie Dei tuoi diritti è forse il più profondo E bada: non sono solo mie Per quanto abbia creduto fino in fondo Non c’è una migliore condizione per credere alla propria divinità per esser geniali acuti e belli Non basta forse un soffio di puerilità? Mera vanità, questo già lo sai . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
5.
Neve 07:34
6.
Le Colline 03:58
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Far leva sul premio di noia Leva sulla cattedra di sobrietà Leva sulla boria e sulla mula che annaspa Al calar della storia Far leva per salir di una foglia Non è forse quella l’altezza degli dei? E allora danzeremo il vento Come fan le parole Busseremo alle prigioni Delle nostre memorie Assisteremo il nostro mentire Come un corso d’acqua in piena Le falene mimeranno la nostra sinfonia Ed il suono delle vertigini Che strapperà il tuo raso E allora so che indosserai Petali e sorrisi Giacché li avrai colti dai nostri segreti Campi del nulla Le colline Che al dì traspirano L’olio della Grecia e sbuffano le fave Pestate poi dal buio soccombono alla gioia Ben nota oggi come mediocrità Le ignorate polveriere Delle nostre tavole imbandite Dove stanca e inesistente Col muso già tuffato nel piatto E il tuo occhio partorito Per il grigio scuro Crepavi autistica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
7.
Un Di-Di 05:09
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Cristalli discendon salini Dal monte più alto del mio viso Sbeffeggian l’ardir’ che rimane Al rossore giulivo delle mie verdità Ammicca, poi aperta di sbieco Degusta di fiele la mia femmina labiale Al flebile crinale Del suo dire ormai non più Cimeli i semi or già rivolti all’umido che piega Ronfano, Ronfano i sogni, che pigri giocatori E-D-io perché perde tempo con me? Ma un Dì di-sperato un folletto rincorse La noia dei giorni La gloria degente dei geni che passano invano Giornate al trastullo Perdendo la vigna del tempo Che è prole Giocando alla sedia tra una alibi ed un gin, gin Gingillandovevai? Quando è notte il giorno e piove e che silenzio E cioè rombo di tuono E l’anima chiede il conto E la cassa batte Debito Balorda aspettativa Hai il colore del baco e le sue stesse ciglia Che solo bava di verme e nessun lembo di seta Nebbia alborea, fumo di cervello Ormai cotto Al calore del tuo stesso sincero alito Con l’aspettativa di non averti più, cara Aspettativa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
8.
Guimi 05:45

credits

released February 6, 2012

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Denis Cassiere Calabria, Italy

Song and Instrumentals, Inspired by anything from Vivaldi to Blind Willie Johnson, filtered by the inner landscape of Calabria.

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