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L'Urlo di un Uccello

by Denis Cassiere

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1.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . E' arrivata la musica dei codardi Fategli largo sono all'ultima stazione Hanno portato popcorn e petardi Per assistere alla crocifissione E sono pronti a strisciare fuori dal locale Un, due, tre, partenza, via! Come se quanto successo fosse normale Viaggiare da anni in un treno fermo in galleria Hanno portato dei sorrisi niente male Ma ecco arrivano le novità E mi hanno detto di gettarmi a mare L'estate è una bomba di vitalità Ed ecco a mare io ci sono andato E c'era Ulisse travestito da Seneca Faceva un gran discorso tutto d'un fiato A sentirlo pareva fosse nato in America E non ti offendere se non ci sei stato Si tratta solo di formule chimiche E ora vai a prendere un gelato Ma se vai scalzo, attento alle siringhe E anziché ricordarmi l'orario Metti un pezzo a quel juke boxe Siamo da anni su questo binario Dicono il treno ripartirà tra un po' E lo sapevo che saresti cambiato Ora non sei più quello che conoscevo Anche tu vedo non sei cambiato Ti ho già incontrato nel Medioevo Ma allora dimmi: questo treno riparte? O dobbiamo spingerlo senza pietà Ora davvero dico, scherzi a parte Ma uno sobrio fuori dal treno urlò: Eutanasia! Ma allora arrivò Don Abbondio Disse: pace, amore, omertà Se mi telefoni io non rispondo Ma ricordatevi che io sono di là E nella nave diventammo cinquanta Cinquantamila e poi sempre di più Ad affondare nel silenzio dell'alba A fare a gara a chi sorride di più E venne presto anche il Natale Il Capodanno e la pasqua ebraica La verità è che non si sta male, disse A meno che non si nasca in Africa Va a finire che ci serve un altro pianeta Se continuiamo a vivere così Spedisci il conto della cena in Grecia Dammene un'altra di quella lì Mi spiace signore ma sono finite Ma come, te le avevo chiesta Venerdì! Questa via crucis, signore, è infinita Ieri era Sabato, oggi è Lunedì Alla quattordici Maria era da sola Ma i partigiani la scortavano già Il treno si riaccese all'aurora E puntò dritto all'uscita della galleria Pioveva forte, ci si vedeva appena I professori indicavano la via Il treno sfrecciava a tremila all'ora Allora venne fermato dalla Polizia E' troppo tardi comandante, cantavano L'estate non ci aspetterà Ma quelli già più non sentivano Il treno volava in alto già Erano tutti eccitati inclusa Maria Demolivano valli e città Lei si era invaghita di uno della Polizia Ma era sicura di averlo visto già Io mi ricordo di te all'impiccagione, disse Non eri tu Giuda, il suicida? Mi spiace, io non c'entro niente signora E comunque devo scendere quà E si gettò giù dal treno in corsa Cadendo proprio in un varietà Opinionò sull'amore e sulla borsa E poi lanciò la pubblicità Se vuoi un consiglio chiedilo al telecomando Se vuoi un silenzio chiedilo a Gesù Io non so di che stai parlando Ma chi l'ha accesa? L'hai accesa tu E venne il Diavolo vestito da prete E venne un prete vestito da deità Mi dissero: scegli tra la fame e la sete Poi metti una firma quà e una là Ma se qualcuno ti chiede qualcosa Qualcosa prima o poi, qualcuno ti darà L'Angelo sussurrò alla sposa La storiaccia della verginità Ed entrò Dracula in sella a sua moglie Comprata al mercato della sobrietà Ordinarono, mangiarono senza voglia Bevvero sangue fresco d'università Alzai lo sguardo sui passeggeri Prima di qua, poi di là Cercavo intorno degli occhi veri Ma vidi solo schermi e dita di plastica Dammi la mano bimbo, andiamo a zonzo Nel parco deleterio dell'onestà A indovinare un pensionato da un albero Se ci riesci sei salvo a metà Dammi la mano bimba, andiamo a letto Che ti racconto una storia a metà Ma questa volta lo giuro, prometto Che questa storia non finirà Che il lavoro rende liberi Questa l'avevo letta già In realtà toglie la voglia di vivere Succhia dagli occhi la vitalità Il treno rimaneva ormai vuoto Solo un senso di sazietà E un ritornello, un ritornello infinito Diceva l'estate era finita già E ci vediamo domani a lavoro Ma ricordati di sorridermi anche là Prima un caffè, poi al tram al volo E ricomincia la settimana Ho visto le facce dei deportati I loro occhi gettarsi al di là Dai finestrini dei vagoni arrugginiti I loro occhi, pieni di vitalità I loro occhi.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
2.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Se ti senti sfiorare stanotte Da labbra di vino e carbone Sul collo Ed un soffio di gelo ma d'amore Percorre trenino ogni segreto della tua Spina dorsale Fino a raggiungerti e a toccarti il cuore Non è il bacio del diavolo amore Che ti fa allungare le tue bianche mani Tra le bianche cosce Sulle bianche lenzuola Come l'orso va al miele E il suicida al boia Ma sono io amore Dall'altro lato della città Sono venuto stasera Per ascoltarti respirare ancora Se aspettando al semaforo Il colore che solo dona alla tua strada Come per sbaglio si insinuasse nel tuo specchio Un miracolo graffiante di inchiostro E smontasse, come un bimbo assassino senza pietà Deflagrasse Il tuo ego di smalto E in un fine salto di qualità Deflagrasse Ogni tua ipotetica ragione Messa in castigo dalle tue patetiche ragioni E dal piacere di avere a che fare Con una vera unica emozione Non riuscissi più a trattenere le lacrime accumulatesi a rate annuali nel tuo cuore Ma sono io amore Dall'altro lato della città Sono venuto stasera Per ascoltarti sanguinare ancora . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3.
Mio Amico 04:53
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Non voglio sentirvi parlare Solo accarezzo la mia nuca Il segreto è respirare bene Il silenzio è musica Servono grandi mani, unghie lunghe Chilometri di fogli da scalere Violini si inseguono, farfalle al sole Una coppia-bomba nucleare Ti aspetto dove mi hai lasciato Dove hai deciso, senza saperlo, chi ero Luce abbacinante è il tuo animo Sono io in casa mia e questo è un La minore Mio amico, dove sei? Dio ti prego, libera la via del mio amore Fa che il tuo respiro sciolga i nodi del mio cuore Nel rovo delle sue stesse spine Sanguina un giovane pescecane Servono buone orecchie, lunghe assenze Per riuscire a raccogliersi e ascoltare Bambini inseguono una palla al sole Dentro di te cresce, pronta a esplodere, una bomba nucleare Ti invito dove ti ho lasciato Dove troverai l'oro nascosto del tuo stesso cuore Luce splendente è il tuo animo Sei da sola in casa tua e questo è un Sol maggiore Mio amico, dove sei? Serpenti di ferro, fiumi di roccia Guardati intorno: è una gigantesca tela di ragno Torna a casa, fai una doccia Finché la tua mente non tornerà pura come il cristallo Furti, assassinii, menzogne, calunnia, violenza Conversazioni a vanvera su fatti ignoti per non tacere Volenterosa irascibilità, lussuria amorale Espansione di ogni genere di povertà Verità esclusa dalle leggi mondiali Ti invito dove mi hai lasciato Dove troverai l'oro nascosto del tuo stesso cuore Luce splendente è il tuo animo Forse hai ancora tempo per ricominciare e questo è un Mi maggiore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Mio amico, dove sei?
4.
Ti fai un illusione quando pensi di poter dire tutto a chiunque In realtà la lingua batte dove il dente duole E non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire Il giorno in cui sono diventato una macchina Mi sono accorto di mentire Nella mia vita è entrato per la prima volta il freddo Il mio tempo povero attraversava uno spazio in cui eppur qualcuno vive Per sopravvivere devo ripetermi che sto bene, che sto bene Il giorno in cui sono diventato una macchina Ho cominciato a mentire Ero più contento quando ero insoddisfatto Siamo schiavi contro schiavi per colpa di poche persone Ora posso comprarti un vestito al mese Quando parliamo non so più che dire Da quando sono diventato una macchina Il mio volto è spento, ti prego amore non mi guardare L'amore era un rito, sorridevamo sotto la pioggia Leggere un libro mi apriva ad una nuova dimensione Ora non ho nemmeno più il tempo per allacciarmi le scarpe Da quando sono diventato una macchina Si accumula polvere sul mio cuore Non siamo fatti per lavorare otto ore, non siamo fatti per durare Il mondo è vasto ma non ho il tempo per viaggiare Chi comanda sa che il silenzio rende liberi E che la bellezza si dischiude nella contemplazione Da quando sono diventato una macchina Sono sommerso dal rumore Che ad ogni azione corrisponda reazione uguale e contraria Beh, questa non è una mia invenzione Dopo anni di lavoro ci si ritrova vuoti, si torna a casa come preservativi usati Chi ci sta fregando vive in mezzo a noi ma ha bisogno di protezione Da quando ho assaggiato la macchina ho capito bene da che parte stare
5.
Il Cappello 04:41
Ironia, ironia perché scappi via? Io ti cercavo lungo i binari della ferrovia Nella mia mistica catatonia Nella tua bocca di mare biascicavi “tuttavia” Tu prediletta viziata, con le ali della morte Quella bugia a metà, tua sorella, gambe rapide e corte E quel signore che ora esce con te, senza benzina né fantasia E che impiccherai con i primi capelli neri della notte Fino a quando non diventerà poi il tuo pitocco a ore Allora si che dovrai ridargli “tutte le sue volte” Anche se in fondo sei facile consorte Fa un più bel suono il rumore del mio sogno di cristallo che cade Il nostro Dio pagano che bussa ciecamente alle nostre porte Ti perdoneremo ammorbidendoti la terra nel giovane vino di San Martino Resusciterai fresca sotto una sensuale nuvola di anfetamine Di quelle visioni incandescenti che covi nel midollo Avremo le formule chimiche esatte Ci tesseremo anche un cappello Lo indosseremo in una giornata a festa o al tuo funerale In una giornata d'Agosto se il troppo sole ci farà male Poi sarà forse il vento o la polizia a volerti portare via Ma io te ne prego Ironia, non scappar più via Che cappello, che cappello, che cappello... A volte una bomba inesplosa tra le ciglia Altre una brezza nel panorama esotico Lungo un sogno sedizioso iniettato d'allegoria E poi crudeltà, crudeltà ciucca di follia La morte come personificata dal messia Sesso, sesso di stelle parlanti Meravigliosi silenzi Meravigliosi silenzi Bontà di giardini incontaminati Che cappello, che cappello, che cappello...
6.
Giarre 02:50
Giarre, Giarre, Giarre Giarre è fiera Carico la mia nuova cartucciera Mamma dice - fa freddo fuori Gli ho piantato un colpo Ma Giarre, Giarre, Giarre Giarrettiera Muore dissanguato quel che era Mio fratello, fa freddo fuori Gli ho piantato un colpo Ma Muori scimunitu d'un ricchiune Giarre è polvere nera di notte Coi suoi fari Sono rotti Muori addio Fa freddo fuori Giarre è polvere nera di notte Coi suoi spari Giarre è sangue nero Sangue senza fiori Giarre è polvere nera di notte Coi suoi fari Sono rotti Muori addio Fa freddo fuori
7.
Cenere 03:24
Un minuto fa ero bello Mi appendevo alle campane al vento Indossavo un vestito di seta Riposavo nella tua valigia aperta Ascoltavo una canzone Che non parlava di me Poi ho udito le urla di un uccello Il mio sorriso, divorato dal vento Il cinismo che diventava poeta Riposavi nelle sue bugie di carta Ascoltavi una canzone Che non parlava di te Ho ignorato la parte più bella Io appendevo i miei vestiti sul tuo cuore Torna a casa, torna amore Le prose non fioriscono più E ora scrivo una canzone Che non parla di me Ti ricordi quando bruciavi da strega? La tua cenere nutriva il cielo Il tuo sorriso era troppo sincero Le tue curve, troppo perfette E ora ascolti una canzone Che non parla di te E ora ascoltala E ora ascoltala
8.
Lo senti il rubinetto come perde in cucina? Ha un cuore anche lui nell'oceano Parla da solo tutte le notti alla finestra O forse parla anche a me Allora mi alzo e vado in cucina Fa un poco freddo nell'oceano Cerco la luna o ciò che ne rimane Per strada tra il giorno e la notte E poi mi hai detto che non vuoi ricordare quei momenti che io chiamo felicità Se vuoi davvero farmi felice, hai detto Dimmi che adesso devi andare a dormire Ma non ti accorgi di quanto sia stupido ferire? Ho piantato il silenzio dentro di te “No grazie, il tea non mi fa dormire” Ma se lo vuoi davvero, davvero sapere In te non cercavo la felicità Lo senti il bollitore come fischia in cucina Si apre un varco per l'oceano Il suo respiro fa appannare la finestra Scompare la luna nel tea Allora ti alzi, vieni in cucina? Se ti fa freddo amore, metti il mio cappello Prendila tu la zolletta che rimane E' il barattolo tra il sale e.. lo sai dov'è E ora dice che è stato inutile soffrire Ma come? Ho piantato il silenzio dentro di te “No grazie il tea non mi fa dormire” Ma se lo vuoi davvero, davvero sapere In te non cercavo la felicità Albano e Romina..
9.
Ed ero lì nudo a pensare a domani Ed ero lì nudo a pensare ad oggi Ed ero lì per sempre e non lo sapevo Ora mi guardo dall'esterno con una macchina fotografica in mano Guarda fuori piove, ma c'è il sole La mia famiglia mi ha cucito uno stomaco Le foglie vibrano sotto la primavera Se fossi un pittore, sarei un pittore muto Avrei un gatto nero, lo chiamerei Cagliostro Avrei un gatto giallo, sporco d'inchiostro Avrei un gatto oh, rosso Ed ero lì felice, con le mani sui coglioni E non pensavo -ieri-oggi-domani-dopodomani- Ed ero lì da sempre e lo sapevo Guardavo fuori dalla finestra, ascoltavo in pace l'attesa della tragedia Guarda fuori: c'è un sacco di sole La sirena della polizia blu come il mare Mia moglie non mi vuole sposare Se fossi un attore sarei un attore di cinema muto Avrei un gatto nero, lo chiamerei Cagliostro Avrei un gatto bianco, con le zampe e il musetto sporche di inchiostro Avrei un gatto oh, rosso Come i miei sogni Ma su uno schermo in bianco e nero, farebbe lo stesso
10.
Mico camminava sotto il sole Non l'avrebbe poi rivisto più Salutava tutti ma non vedeva nessuno Salutava tutti ma non vedeva nessuno Gli uccelli che cantavan tra le more Zittirono quando passò lui lì Boom - Il cuore gli batteva, batteva forte in gola Le mani gli tremavano, le tempie gli pulsavano Forse sapeva tutto già da lì Raggiunse la chiesetta di San Rocco Varcò la porta in legno e si segnò dicendo: In nome dei padri tutti e dei figli di nessuno In nome dei padri tutti e dei figli di nessuno C'erano lì tre o quattro signore Pregavano San Rocco e poi Gesù La pace gli chiedevano La morte allontanare un po' Denaro se potevano E se proprio non potevano.. Salute ai figli e la tranquillità Mico fece due o tre passi avanti Che du-ra-ro-no un'e-ter-ni-tà Poi si fece innanzi in mezzo ai banchi E chi stava cercando era già là Era Don Carlo, il prete del paese Seduto testa china avanti avanti Sembrava proprio che stesse pregando Ma si puliva le unghie in mezzo al banco A Don Carlo gli piacevano i bambini Gli ingenui e soprattutto quelli nudi Ma questo lo sapevano tutti, non lo sapeva nessuno Lo sapevano tutti, non lo sapeva nessuno Il cardinale Ponzio e il vescovo Aduig Gli avevan scritto due o tre mesi prima Dicendo: Se ti scoprono collega, noi dovrem spostarti in un'altra città Ma a Don Carlo quel paese gli piaceva Il vino, i pomodori e l'acqua buona Ma soprattutto salutare gli doleva I figli del Signor I figli del Signor I figli del Signor .. Mico Cannatà Con loro a volte lui si intratteneva A sistemare i libri in sacrestia O almeno, così diceva alla signora Lena: “Oggi i tuoi figli mi devono aiutar” E la signora Lena non badava Pensava di aver fatto carità “Don Carlo avrebbe poi pregato tanto..” si diceva “..Per tutta la famiglia Cannatà” Ma dentro quella stanza chiusa a chiave Quel che succedeva, solo Dio lo sa Perchè leggendo i suoi versetti preferiti Don Carlo si spogliava per metà Ma questo.. Lo sapevano tutti, non lo sapeva nessuno Lo sapevano tutti, non lo sapeva nessuno Mico si fece un po' più avanti Poggiò una mano sulla parete fresca Proprio sotto la stazione numero 7 Poi si cercò in tasca la pistola rubata al cognato Furgiuele, il maresciallo carabiniere E dalla stessa tasca gli vennero giù per sbaglio due spicciolì Don Carlo, udito il tintinnio, si voltò Erano solo monete, ma quando il prete vide la faccia del Cannatà Il suo viso, il suo viso si oscurò Come d'istinto s'alzò, fece per andarsene Si inginocchiò segnandosi di fronte all'altare Mico disse -Fermo!- sfoderò la sua pistola e gli sparò Uno, due, tre, quattro, cinque colpi, ma lo mancò Le signore urlanti si gettarono giù tra i banchi Mico allora ricaricò l'arma e disse -Madò!..Mado!.. E poi: - In nome dei padri tutti e dei figli di nessuno Lo sapevano tutti, non lo sapeva nessuno -
11.
Ciao fratello, come va? Fammi sapere cosa si dice nella tua città Vanno tutti di fretta così come succede anche qua? Di quelli che hanno bisogno Hai qualche pietà? Tuo fratello è diventato un uomo: Lavora dieci ore al giorno O il mio cuore non batte o sono diventato sordo Il giorno in cui non lo sentirò più E' perché sarò morto Qui una timida primavera riempie di colore verde i bordi delle strade Ha superato l'inverno, l'inverno e la neve I corvi discutono sui rami E i bambini portano il pallone in strada Chi non è corrisposto E' inseguito da chi lo ama E chi non è amato Si affida alla fortuna La fine del sogno non è scritta nella trama Della mia cartolina Dalla Luna Un giorno a Milano mi dicesti che i barboni sono lì Per mancanza di senso di priorità Ad oggi ti dico che secondo me si tratta di onestà E di fortuna E che è più facile per un cammello attraversare, di un ago, la cruna Questa è la verità Che per un ricco ricevere e comprendere una cartolina dalla Luna Ora devo andare Ora devo andare Ora devo andare Spero ti piaccia la foto sul retro della cartolina Ti manda anche i saluti mia moglie Lena Proprio ieri ho ricevuto una sua cartolina, indovina? Dalla Luna
12.
Cara Canzone 03:11
Cara Canzone, Compagna di una vita Di una vita senza destinazione Ma con un'unica ragione: Una buona canzona Cara canzone, Sono morto e sono in prigione Sono vivo sotto le stelle Mi manca solo un verso E quel verso lo ha mangiato un pescecane Brillano, brillano le lacrime Brillano e mi svegliano nel sonno dal sogno Vienimi a prendere Poesia, portami via! Cara Canzone Ci sei tu qui a farmi compagnia Tutti gli altri son scappati via Ho solo un foglio, la pioggia, la malinconia Cara Canzone Mi hai portato lontano, Lontano da dove ero partito E più mi guardo e più mi volto indietro E più il ricordo mi si fa sbiadito Brillano, brillano le lacrime come stelle cadenti Brillano e mi svegliano nel sonno dal sogno Vienimi a prendere Poesia, portami via E ora voglio ascoltare questa nuova canzone Prendere vita su una nuova melodìa Che abbia la voce della mia anima E che mi faccia compagnia E ora voglio ascoltarla Voglio ascoltare ciò che ha da dire Quando parla e mi dice: Amore Amore mio fatti coraggio, ti prego Non buttarti via!
13.
Altrove 07:57
Lo scrittore di favole si è impiccato Al posto delle vene gli han trovato dei cavi Al posto dei capelli, le funi di un trapezio usato Di un vecchio circo di gitani Al posto delle labbra, un divano di Dalì Al posto del suo cuore, una macchina da scrivere Al posto del sangue, litri e litri di Campari gin E dietro gli occhi, due ripari di cenere Al posto delle vene, dei cavi Al posto del cervello, un cartello Diceva: fai attenzione ai dadi Diceva: fai attenzione, fai attenzione fratello! Al posto dell'ottimismo trovarono il fegato Al posto dell'inguine una valle di lacrime E nel suo armadio nemmeno uno scheletro ma un cappello troppo piccolo per la sua anima E nella sua piccola scatola di scacchi Solo fiammiferi al posto dei pezzi Nel congelatore le parole di scarto E in cucina la regina ubriaca con l'affitto E tra le impronte sul pavimento Quelle di persone che non c'erano più C'erano pillole in casa, ostacoli, vento Voci di persone che non c'erano più E un orologio da tempo fermo al domani E i resti di una cena di dieci anni fa Un libretto bianco delle istruzioni Sulle uscite d'emergenza e sull'aldilà Gli han trovato dei sorrisi tra le dita Gli hanno messo Dio nell'ultimo respiro E nel taschino i cieli di due donne vietnamite E la pelle ancora odore di bambino Gli han trovato le orecchie ancora aperte E il sorriso brillare nell'atmosfera Gli han sentito il polso scemare ai quattro quarti E gli alberi, gli alberi cercare in cielo la primavera Nel suo passato un tesoro di legno Facce a volontà, un tappeto di silenzio Lettere mai spedite in uno scrigno Imbevute in una notte d'assenzio Gli han trovato un orgasmo lungo la schiena E due minuscole ali nascoste sotto al palato Una segreteria telefonica schizofrenica E l'indirizzo dei punti interrogativi annotato E un quaderno di strane equazioni E nell'iride un bottino di strane intuizioni Il colpevole, scagionato non voleva uscire di prigione Si rimetteva le manette, lui urlava, lui urlava – ho ragione Gli trovarono un teatro bianco nella mano sinistra E una bacchetta di abaco nella destra Cercarono a lungo anche fuori dalla finestra Ma non trovarono mai l'orchestra Al posto della lingua trovarono una frusta Al posto della frusta trovarono un attimo E in un attimo tutto divenne chiaro Respirarono gratitudine in una busta Dal suo anello l'anima tardò a separarsi Danzò come una piuma attorno ai suoi fianco Si interpose tra il sé e i passanti Si intromise tra lui e i suoi ultimi minuti bianchi Gli facevano compagnia le parole Alcune in lacrime, altre più lontane E un prete immaginario recitava il rosario Ma perdeva il filo e chiedeva l'orario E una mosca volò al centro della stanza Si incendiò di colpo, esplose la stanza Gli scienziati scrissero: ci dev'essere un errore Perché le mosche non esplodono al centro di una stanza Allora il morto parlò, disse: Antropofagismo! La bomba lo divorò, ruggendo terrorismo La stanza in fiamme si levò in volo Il commissario si levò il cappello per la prima volta alla vista del cielo Fu il giorno in cui due soli si sorrisero l'un l'altro In una terra continuamente illuminata a giorno E proprio l'altro ieri erano finite le lacrime E nello Yemen si beveva petrolio Nella galassia, una macchina a vapore Portava lo scrittore di favole Altrove

about

All tracks except 'Altrove' (Sardas Man Studios)
Recorded, Mixed, Mastered on Jan 20th-25th 2016
by Slow-Fi Records on Tascam Midistudio 688
Multitrack cassette recorder

Fiumefreddo Bruzio, Italy.

credits

released January 27, 2017

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Denis Cassiere Calabria, Italy

Song and Instrumentals, Inspired by anything from Vivaldi to Blind Willie Johnson, filtered by the inner landscape of Calabria.

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