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1. |
Occhi Pieni di Vitalità
07:41
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E' arrivata la musica dei codardi
Fategli largo sono all'ultima stazione
Hanno portato popcorn e petardi
Per assistere alla crocifissione
E sono pronti a strisciare fuori dal locale
Un, due, tre, partenza, via!
Come se quanto successo fosse normale
Viaggiare da anni in un treno fermo in galleria
Hanno portato dei sorrisi niente male
Ma ecco arrivano le novità
E mi hanno detto di gettarmi a mare
L'estate è una bomba di vitalità
Ed ecco a mare io ci sono andato
E c'era Ulisse travestito da Seneca
Faceva un gran discorso tutto d'un fiato
A sentirlo pareva fosse nato in America
E non ti offendere se non ci sei stato
Si tratta solo di formule chimiche
E ora vai a prendere un gelato
Ma se vai scalzo, attento alle siringhe
E anziché ricordarmi l'orario
Metti un pezzo a quel juke boxe
Siamo da anni su questo binario
Dicono il treno ripartirà tra un po'
E lo sapevo che saresti cambiato
Ora non sei più quello che conoscevo
Anche tu vedo non sei cambiato
Ti ho già incontrato nel Medioevo
Ma allora dimmi: questo treno riparte?
O dobbiamo spingerlo senza pietà
Ora davvero dico, scherzi a parte
Ma uno sobrio fuori dal treno urlò: Eutanasia!
Ma allora arrivò Don Abbondio
Disse: pace, amore, omertà
Se mi telefoni io non rispondo
Ma ricordatevi che io sono di là
E nella nave diventammo cinquanta
Cinquantamila e poi sempre di più
Ad affondare nel silenzio dell'alba
A fare a gara a chi sorride di più
E venne presto anche il Natale
Il Capodanno e la pasqua ebraica
La verità è che non si sta male, disse
A meno che non si nasca in Africa
Va a finire che ci serve un altro pianeta
Se continuiamo a vivere così
Spedisci il conto della cena in Grecia
Dammene un'altra di quella lì
Mi spiace signore ma sono finite
Ma come, te le avevo chiesta Venerdì!
Questa via crucis, signore, è infinita
Ieri era Sabato, oggi è Lunedì
Alla quattordici Maria era da sola
Ma i partigiani la scortavano già
Il treno si riaccese all'aurora
E puntò dritto all'uscita della galleria
Pioveva forte, ci si vedeva appena
I professori indicavano la via
Il treno sfrecciava a tremila all'ora
Allora venne fermato dalla Polizia
E' troppo tardi comandante, cantavano
L'estate non ci aspetterà
Ma quelli già più non sentivano
Il treno volava in alto già
Erano tutti eccitati inclusa Maria
Demolivano valli e città
Lei si era invaghita di uno della Polizia
Ma era sicura di averlo visto già
Io mi ricordo di te all'impiccagione, disse
Non eri tu Giuda, il suicida?
Mi spiace, io non c'entro niente signora
E comunque devo scendere quà
E si gettò giù dal treno in corsa
Cadendo proprio in un varietà
Opinionò sull'amore e sulla borsa
E poi lanciò la pubblicità
Se vuoi un consiglio chiedilo al telecomando
Se vuoi un silenzio chiedilo a Gesù
Io non so di che stai parlando
Ma chi l'ha accesa? L'hai accesa tu
E venne il Diavolo vestito da prete
E venne un prete vestito da deità
Mi dissero: scegli tra la fame e la sete
Poi metti una firma quà e una là
Ma se qualcuno ti chiede qualcosa
Qualcosa prima o poi, qualcuno ti darà
L'Angelo sussurrò alla sposa
La storiaccia della verginità
Ed entrò Dracula in sella a sua moglie
Comprata al mercato della sobrietà
Ordinarono, mangiarono senza voglia
Bevvero sangue fresco d'università
Alzai lo sguardo sui passeggeri
Prima di qua, poi di là
Cercavo intorno degli occhi veri
Ma vidi solo schermi e dita di plastica
Dammi la mano bimbo, andiamo a zonzo
Nel parco deleterio dell'onestà
A indovinare un pensionato da un albero
Se ci riesci sei salvo a metà
Dammi la mano bimba, andiamo a letto
Che ti racconto una storia a metà
Ma questa volta lo giuro, prometto
Che questa storia non finirà
Che il lavoro rende liberi
Questa l'avevo letta già
In realtà toglie la voglia di vivere
Succhia dagli occhi la vitalità
Il treno rimaneva ormai vuoto
Solo un senso di sazietà
E un ritornello, un ritornello infinito
Diceva l'estate era finita già
E ci vediamo domani a lavoro
Ma ricordati di sorridermi anche là
Prima un caffè, poi al tram al volo
E ricomincia la settimana
Ho visto le facce dei deportati
I loro occhi gettarsi al di là
Dai finestrini dei vagoni arrugginiti
I loro occhi, pieni di vitalità
I loro occhi..
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2. |
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Se ti senti sfiorare stanotte
Da labbra di vino e carbone
Sul collo
Ed un soffio di gelo ma d'amore
Percorre trenino ogni segreto della tua Spina dorsale
Fino a raggiungerti e a toccarti il cuore
Non è il bacio del diavolo amore
Che ti fa allungare le tue bianche mani
Tra le bianche cosce
Sulle bianche lenzuola
Come l'orso va al miele
E il suicida al boia
Ma sono io amore
Dall'altro lato della città
Sono venuto stasera
Per ascoltarti respirare ancora
Se aspettando al semaforo
Il colore che solo dona alla tua strada
Come per sbaglio si insinuasse nel tuo specchio
Un miracolo graffiante di inchiostro
E smontasse, come un bimbo assassino senza pietà
Deflagrasse
Il tuo ego di smalto
E in un fine salto di qualità
Deflagrasse
Ogni tua ipotetica ragione
Messa in castigo dalle tue patetiche ragioni
E dal piacere di avere a che fare
Con una vera unica emozione
Non riuscissi più a trattenere le lacrime
accumulatesi a rate annuali nel tuo cuore
Ma sono io amore
Dall'altro lato della città
Sono venuto stasera
Per ascoltarti sanguinare ancora
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3. |
Mio Amico
04:53
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Non voglio sentirvi parlare
Solo accarezzo la mia nuca
Il segreto è respirare bene
Il silenzio è musica
Servono grandi mani, unghie lunghe
Chilometri di fogli da scalere
Violini si inseguono, farfalle al sole
Una coppia-bomba nucleare
Ti aspetto dove mi hai lasciato
Dove hai deciso, senza saperlo, chi ero
Luce abbacinante è il tuo animo
Sono io in casa mia e questo è un La minore
Mio amico, dove sei?
Dio ti prego, libera la via del mio amore
Fa che il tuo respiro sciolga i nodi del mio cuore
Nel rovo delle sue stesse spine
Sanguina un giovane pescecane
Servono buone orecchie, lunghe assenze
Per riuscire a raccogliersi e ascoltare
Bambini inseguono una palla al sole
Dentro di te cresce, pronta a esplodere, una bomba nucleare
Ti invito dove ti ho lasciato
Dove troverai l'oro nascosto del tuo stesso cuore
Luce splendente è il tuo animo
Sei da sola in casa tua e questo è un Sol maggiore
Mio amico, dove sei?
Serpenti di ferro, fiumi di roccia
Guardati intorno: è una gigantesca tela di ragno
Torna a casa, fai una doccia
Finché la tua mente non tornerà pura come il cristallo
Furti, assassinii, menzogne, calunnia, violenza
Conversazioni a vanvera su fatti ignoti per non tacere
Volenterosa irascibilità, lussuria amorale
Espansione di ogni genere di povertà
Verità esclusa dalle leggi mondiali
Ti invito dove mi hai lasciato
Dove troverai l'oro nascosto del tuo stesso cuore
Luce splendente è il tuo animo
Forse hai ancora tempo per ricominciare e questo è un Mi maggiore
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Mio amico, dove sei?
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4. |
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Ti fai un illusione quando pensi di poter dire tutto a chiunque
In realtà la lingua batte dove il dente duole
E non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire
Il giorno in cui sono diventato una macchina
Mi sono accorto di mentire
Nella mia vita è entrato per la prima volta il freddo
Il mio tempo povero attraversava uno spazio in cui eppur qualcuno vive
Per sopravvivere devo ripetermi che sto bene, che sto bene
Il giorno in cui sono diventato una macchina
Ho cominciato a mentire
Ero più contento quando ero insoddisfatto
Siamo schiavi contro schiavi per colpa di poche persone
Ora posso comprarti un vestito al mese
Quando parliamo non so più che dire
Da quando sono diventato una macchina
Il mio volto è spento, ti prego amore non mi guardare
L'amore era un rito, sorridevamo sotto la pioggia
Leggere un libro mi apriva ad una nuova dimensione
Ora non ho nemmeno più il tempo per allacciarmi le scarpe
Da quando sono diventato una macchina
Si accumula polvere sul mio cuore
Non siamo fatti per lavorare otto ore, non siamo fatti per durare
Il mondo è vasto ma non ho il tempo per viaggiare
Chi comanda sa che il silenzio rende liberi
E che la bellezza si dischiude nella contemplazione
Da quando sono diventato una macchina
Sono sommerso dal rumore
Che ad ogni azione corrisponda reazione uguale e contraria
Beh, questa non è una mia invenzione
Dopo anni di lavoro ci si ritrova vuoti, si torna a casa come preservativi usati
Chi ci sta fregando vive in mezzo a noi ma ha bisogno di protezione
Da quando ho assaggiato la macchina ho capito bene da che parte stare
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5. |
Il Cappello
04:41
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Ironia, ironia perché scappi via?
Io ti cercavo lungo i binari della ferrovia
Nella mia mistica catatonia
Nella tua bocca di mare biascicavi “tuttavia”
Tu prediletta viziata, con le ali della morte
Quella bugia a metà, tua sorella, gambe rapide e corte
E quel signore che ora esce con te, senza benzina né fantasia
E che impiccherai con i primi capelli neri della notte
Fino a quando non diventerà poi il tuo pitocco a ore
Allora si che dovrai ridargli “tutte le sue volte”
Anche se in fondo sei facile consorte
Fa un più bel suono il rumore del mio sogno di cristallo che cade
Il nostro Dio pagano che bussa ciecamente alle nostre porte
Ti perdoneremo ammorbidendoti la terra nel giovane vino di San Martino
Resusciterai fresca sotto una sensuale nuvola di anfetamine
Di quelle visioni incandescenti che covi nel midollo
Avremo le formule chimiche esatte
Ci tesseremo anche un cappello
Lo indosseremo in una giornata a festa o al tuo funerale
In una giornata d'Agosto se il troppo sole ci farà male
Poi sarà forse il vento o la polizia a volerti portare via
Ma io te ne prego Ironia, non scappar più via
Che cappello, che cappello, che cappello...
A volte una bomba inesplosa tra le ciglia
Altre una brezza nel panorama esotico
Lungo un sogno sedizioso iniettato d'allegoria
E poi crudeltà, crudeltà ciucca di follia
La morte come personificata dal messia
Sesso, sesso di stelle parlanti
Meravigliosi silenzi
Meravigliosi silenzi
Bontà di giardini incontaminati
Che cappello, che cappello, che cappello...
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6. |
Giarre
02:50
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Giarre, Giarre, Giarre
Giarre è fiera
Carico la mia nuova cartucciera
Mamma dice - fa freddo fuori
Gli ho piantato un colpo Ma
Giarre, Giarre, Giarre
Giarrettiera
Muore dissanguato quel che era
Mio fratello, fa freddo fuori
Gli ho piantato un colpo Ma
Muori scimunitu d'un ricchiune
Giarre è polvere nera di notte
Coi suoi fari
Sono rotti
Muori addio
Fa freddo fuori
Giarre è polvere nera di notte
Coi suoi spari
Giarre è sangue nero
Sangue senza fiori
Giarre è polvere nera di notte
Coi suoi fari
Sono rotti
Muori addio
Fa freddo fuori
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7. |
Cenere
03:24
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Un minuto fa ero bello
Mi appendevo alle campane al vento
Indossavo un vestito di seta
Riposavo nella tua valigia aperta
Ascoltavo una canzone
Che non parlava di me
Poi ho udito le urla di un uccello
Il mio sorriso, divorato dal vento
Il cinismo che diventava poeta
Riposavi nelle sue bugie di carta
Ascoltavi una canzone
Che non parlava di te
Ho ignorato la parte più bella
Io appendevo i miei vestiti sul tuo cuore
Torna a casa, torna amore
Le prose non fioriscono più
E ora scrivo una canzone
Che non parla di me
Ti ricordi quando bruciavi da strega?
La tua cenere nutriva il cielo
Il tuo sorriso era troppo sincero
Le tue curve, troppo perfette
E ora ascolti una canzone
Che non parla di te
E ora ascoltala
E ora ascoltala
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8. |
Albano e Romina
04:02
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Lo senti il rubinetto come perde in cucina?
Ha un cuore anche lui nell'oceano
Parla da solo tutte le notti alla finestra
O forse parla anche a me
Allora mi alzo e vado in cucina
Fa un poco freddo nell'oceano
Cerco la luna o ciò che ne rimane
Per strada tra il giorno e la notte
E poi mi hai detto che non vuoi ricordare
quei momenti che io chiamo felicità
Se vuoi davvero farmi felice, hai detto
Dimmi che adesso devi andare a dormire
Ma non ti accorgi di quanto sia stupido ferire?
Ho piantato il silenzio dentro di te
“No grazie, il tea non mi fa dormire”
Ma se lo vuoi davvero, davvero sapere
In te non cercavo la felicità
Lo senti il bollitore come fischia in cucina
Si apre un varco per l'oceano
Il suo respiro fa appannare la finestra
Scompare la luna nel tea
Allora ti alzi, vieni in cucina?
Se ti fa freddo amore, metti il mio cappello
Prendila tu la zolletta che rimane
E' il barattolo tra il sale e.. lo sai dov'è
E ora dice che è stato inutile soffrire
Ma come? Ho piantato il silenzio dentro di te
“No grazie il tea non mi fa dormire”
Ma se lo vuoi davvero, davvero sapere
In te non cercavo la felicità
Albano e Romina..
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9. |
Un Gatto Rosso
02:46
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Ed ero lì nudo a pensare a domani
Ed ero lì nudo a pensare ad oggi
Ed ero lì per sempre e non lo sapevo
Ora mi guardo dall'esterno con una macchina fotografica in mano
Guarda fuori piove, ma c'è il sole
La mia famiglia mi ha cucito uno stomaco
Le foglie vibrano sotto la primavera
Se fossi un pittore, sarei un pittore muto
Avrei un gatto nero, lo chiamerei Cagliostro
Avrei un gatto giallo, sporco d'inchiostro
Avrei un gatto oh, rosso
Ed ero lì felice, con le mani sui coglioni
E non pensavo -ieri-oggi-domani-dopodomani-
Ed ero lì da sempre e lo sapevo
Guardavo fuori dalla finestra, ascoltavo in pace l'attesa della tragedia
Guarda fuori: c'è un sacco di sole
La sirena della polizia blu come il mare
Mia moglie non mi vuole sposare
Se fossi un attore sarei un attore di cinema muto
Avrei un gatto nero, lo chiamerei Cagliostro
Avrei un gatto bianco, con le zampe e il musetto sporche di inchiostro
Avrei un gatto oh, rosso
Come i miei sogni
Ma su uno schermo in bianco e nero, farebbe lo stesso
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10. |
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Mico camminava sotto il sole
Non l'avrebbe poi rivisto più
Salutava tutti ma non vedeva nessuno
Salutava tutti ma non vedeva nessuno
Gli uccelli che cantavan tra le more
Zittirono quando passò lui lì
Boom - Il cuore gli batteva, batteva forte in gola
Le mani gli tremavano, le tempie gli pulsavano
Forse sapeva tutto già da lì
Raggiunse la chiesetta di San Rocco
Varcò la porta in legno e si segnò dicendo:
In nome dei padri tutti e dei figli di nessuno
In nome dei padri tutti e dei figli di nessuno
C'erano lì tre o quattro signore
Pregavano San Rocco e poi Gesù
La pace gli chiedevano
La morte allontanare un po'
Denaro se potevano
E se proprio non potevano..
Salute ai figli e la tranquillità
Mico fece due o tre passi avanti
Che du-ra-ro-no un'e-ter-ni-tà
Poi si fece innanzi in mezzo ai banchi
E chi stava cercando era già là
Era Don Carlo, il prete del paese
Seduto testa china avanti avanti
Sembrava proprio che stesse pregando
Ma si puliva le unghie in mezzo al banco
A Don Carlo gli piacevano i bambini
Gli ingenui e soprattutto quelli nudi
Ma questo lo sapevano tutti, non lo sapeva nessuno
Lo sapevano tutti, non lo sapeva nessuno
Il cardinale Ponzio e il vescovo Aduig
Gli avevan scritto due o tre mesi prima
Dicendo: Se ti scoprono collega, noi dovrem spostarti in un'altra città
Ma a Don Carlo quel paese gli piaceva
Il vino, i pomodori e l'acqua buona
Ma soprattutto salutare gli doleva
I figli del Signor
I figli del Signor
I figli del Signor
.. Mico Cannatà
Con loro a volte lui si intratteneva
A sistemare i libri in sacrestia
O almeno, così diceva alla signora Lena:
“Oggi i tuoi figli mi devono aiutar”
E la signora Lena non badava
Pensava di aver fatto carità
“Don Carlo avrebbe poi pregato tanto..” si diceva
“..Per tutta la famiglia Cannatà”
Ma dentro quella stanza chiusa a chiave
Quel che succedeva, solo Dio lo sa
Perchè leggendo i suoi versetti preferiti
Don Carlo si spogliava per metà
Ma questo..
Lo sapevano tutti, non lo sapeva nessuno
Lo sapevano tutti, non lo sapeva nessuno
Mico si fece un po' più avanti
Poggiò una mano sulla parete fresca
Proprio sotto la stazione numero 7
Poi si cercò in tasca la pistola rubata al cognato Furgiuele,
il maresciallo carabiniere
E dalla stessa tasca gli vennero giù per sbaglio due spicciolì
Don Carlo, udito il tintinnio, si voltò
Erano solo monete, ma quando il prete vide la faccia del Cannatà
Il suo viso, il suo viso si oscurò
Come d'istinto s'alzò, fece per andarsene
Si inginocchiò segnandosi di fronte all'altare
Mico disse -Fermo!- sfoderò la sua pistola e gli sparò
Uno, due, tre, quattro, cinque colpi, ma lo mancò
Le signore urlanti si gettarono giù tra i banchi
Mico allora ricaricò l'arma e disse -Madò!..Mado!..
E poi:
- In nome dei padri tutti e dei figli di nessuno
Lo sapevano tutti, non lo sapeva nessuno -
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11. |
Cartolina dalla Luna
03:03
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Ciao fratello, come va?
Fammi sapere cosa si dice nella tua città
Vanno tutti di fretta così come succede anche qua?
Di quelli che hanno bisogno
Hai qualche pietà?
Tuo fratello è diventato un uomo:
Lavora dieci ore al giorno
O il mio cuore non batte o sono diventato sordo
Il giorno in cui non lo sentirò più
E' perché sarò morto
Qui una timida primavera
riempie di colore verde i bordi delle strade
Ha superato l'inverno, l'inverno e la neve
I corvi discutono sui rami
E i bambini portano il pallone in strada
Chi non è corrisposto
E' inseguito da chi lo ama
E chi non è amato
Si affida alla fortuna
La fine del sogno non è scritta nella trama
Della mia cartolina
Dalla Luna
Un giorno a Milano mi dicesti che i barboni sono lì
Per mancanza di senso di priorità
Ad oggi ti dico che secondo me si tratta di onestà
E di fortuna
E che è più facile per un cammello attraversare, di un ago, la cruna
Questa è la verità
Che per un ricco ricevere e comprendere una cartolina dalla Luna
Ora devo andare
Ora devo andare
Ora devo andare
Spero ti piaccia la foto sul retro della cartolina
Ti manda anche i saluti mia moglie Lena
Proprio ieri ho ricevuto una sua cartolina, indovina?
Dalla Luna
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12. |
Cara Canzone
03:11
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Cara Canzone,
Compagna di una vita
Di una vita senza destinazione
Ma con un'unica ragione:
Una buona canzona
Cara canzone,
Sono morto e sono in prigione
Sono vivo sotto le stelle
Mi manca solo un verso
E quel verso lo ha mangiato un pescecane
Brillano, brillano le lacrime
Brillano e mi svegliano nel sonno dal sogno
Vienimi a prendere Poesia, portami via!
Cara Canzone
Ci sei tu qui a farmi compagnia
Tutti gli altri son scappati via
Ho solo un foglio, la pioggia, la malinconia
Cara Canzone
Mi hai portato lontano,
Lontano da dove ero partito
E più mi guardo e più mi volto indietro
E più il ricordo mi si fa sbiadito
Brillano, brillano le lacrime come stelle cadenti
Brillano e mi svegliano nel sonno dal sogno
Vienimi a prendere Poesia, portami via
E ora voglio ascoltare questa nuova canzone
Prendere vita su una nuova melodìa
Che abbia la voce della mia anima
E che mi faccia compagnia
E ora voglio ascoltarla
Voglio ascoltare ciò che ha da dire
Quando parla e mi dice: Amore
Amore mio fatti coraggio, ti prego
Non buttarti via!
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13. |
Altrove
07:57
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Lo scrittore di favole si è impiccato
Al posto delle vene gli han trovato dei cavi
Al posto dei capelli, le funi di un trapezio usato
Di un vecchio circo di gitani
Al posto delle labbra, un divano di Dalì
Al posto del suo cuore, una macchina da scrivere
Al posto del sangue, litri e litri di Campari gin
E dietro gli occhi, due ripari di cenere
Al posto delle vene, dei cavi
Al posto del cervello, un cartello
Diceva: fai attenzione ai dadi
Diceva: fai attenzione, fai attenzione fratello!
Al posto dell'ottimismo trovarono il fegato
Al posto dell'inguine una valle di lacrime
E nel suo armadio nemmeno uno scheletro
ma un cappello troppo piccolo per la sua anima
E nella sua piccola scatola di scacchi
Solo fiammiferi al posto dei pezzi
Nel congelatore le parole di scarto
E in cucina la regina ubriaca con l'affitto
E tra le impronte sul pavimento
Quelle di persone che non c'erano più
C'erano pillole in casa, ostacoli, vento
Voci di persone che non c'erano più
E un orologio da tempo fermo al domani
E i resti di una cena di dieci anni fa
Un libretto bianco delle istruzioni
Sulle uscite d'emergenza e sull'aldilà
Gli han trovato dei sorrisi tra le dita
Gli hanno messo Dio nell'ultimo respiro
E nel taschino i cieli di due donne vietnamite
E la pelle ancora odore di bambino
Gli han trovato le orecchie ancora aperte
E il sorriso brillare nell'atmosfera
Gli han sentito il polso scemare ai quattro quarti
E gli alberi, gli alberi cercare in cielo la primavera
Nel suo passato un tesoro di legno
Facce a volontà, un tappeto di silenzio
Lettere mai spedite in uno scrigno
Imbevute in una notte d'assenzio
Gli han trovato un orgasmo lungo la schiena
E due minuscole ali nascoste sotto al palato
Una segreteria telefonica schizofrenica
E l'indirizzo dei punti interrogativi annotato
E un quaderno di strane equazioni
E nell'iride un bottino di strane intuizioni
Il colpevole, scagionato non voleva uscire di prigione
Si rimetteva le manette, lui urlava, lui urlava – ho ragione
Gli trovarono un teatro bianco nella mano sinistra
E una bacchetta di abaco nella destra
Cercarono a lungo anche fuori dalla finestra
Ma non trovarono mai l'orchestra
Al posto della lingua trovarono una frusta
Al posto della frusta trovarono un attimo
E in un attimo tutto divenne chiaro
Respirarono gratitudine in una busta
Dal suo anello l'anima tardò a separarsi
Danzò come una piuma attorno ai suoi fianco
Si interpose tra il sé e i passanti
Si intromise tra lui e i suoi ultimi minuti bianchi
Gli facevano compagnia le parole
Alcune in lacrime, altre più lontane
E un prete immaginario recitava il rosario
Ma perdeva il filo e chiedeva l'orario
E una mosca volò al centro della stanza
Si incendiò di colpo, esplose la stanza
Gli scienziati scrissero: ci dev'essere un errore
Perché le mosche non esplodono al centro di una stanza
Allora il morto parlò, disse: Antropofagismo!
La bomba lo divorò, ruggendo terrorismo
La stanza in fiamme si levò in volo
Il commissario si levò il cappello per la prima volta alla vista del cielo
Fu il giorno in cui due soli si sorrisero l'un l'altro
In una terra continuamente illuminata a giorno
E proprio l'altro ieri erano finite le lacrime
E nello Yemen si beveva petrolio
Nella galassia, una macchina a vapore
Portava lo scrittore di favole
Altrove
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Denis Cassiere Calabria, Italy
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